Se ne è andato Mario Santucci un’ altro dei grandi “maestri”

Salerno, 5  agosto 2017 – Una banale caduta domestica. E’ stata fatale per Mario Santucci, classe 1923, antico guru del pugilato salernitano. Aveva smesso di allenare solo qualche anno prima, l’ultima esperienza a Cava dei Tirreni, dove aveva aperto e avviato una nuova palestra. La storia del pugilato a Salerno è passata per le sue mani, fin dagli anni quaranta. Lasciò la boxe agonistica a 24 anni, il posto in Ferrovia non gli permetteva più di allenarsi da atleta. Ma non abbandonò la palestra: prese il patentino da insegnante, con la benedizione di Steve Klaus e Toncy Gilardi, e cominciò la sua attività didattica nel ventre del vecchio stadio Vestuti dove riuscì ad ottenere uno spazio per allestire la palestra. I suoi insegnamenti hanno forgiato generazioni di pugili che hanno fatto la storia del ring nella seconda città della Campania. Giorgio Pappalardo, delizioso peso leggero, è stato un idolo a Salerno, e poi Enzo Casella, Ciro Cipriano, campione d’Italia e in odore di olimpiadi nel ’60, Michele D’Amato, il pugile che voleva vendicare Benvenuti subito dopo il ko con Monzon al Palasport di Roma!, ed ancora Luigi Gaudiano, olimpico nell’88 a Seul, Enzo Limatola, campione d’Italia dilettanti e poi da professionista. E tanti altri. L’ultima, grande avventura a Worcester (Boston), 1995, all’angolo di Agostino Cardamone per il mondiale dei medi contro Julian Jackson, titolo sfiorato dal “martello di Montoro” e sfumato per un colpo della domenica.

A Salerno, insomma, Mario Santucci era un’istituzione, era la boxe. Una vita, spesa in palestra ed a bordo ring, seminando per decenni la sana passione per lo sport dei guantoni. Molti suoi ex-pugili infatti hanno continuato la sua opera aprendo palestre in varie località del salernitano, la più estesa provincia italiana.

Anche la boxe al femminile è stata dal primo momento una battaglia sostenuta da Mario Santucci: “ Le donne hanno coraggio – sosteneva – e sono molto determinate. Infatti stanno recuperando in fretta. Hanno un grande futuro nella boxe”. Convertì alla boxe Marzia Davide, la rossa di Pontecagnano, già campionessa di kick.

Ai funerali, svoltisi nella chiesa dei Salesiani San Giovanni Bosco, c’erano numerosi ex-allievi e, in rappresentanza della Fpi, il vicepresidente regionale Rosario Africano, con Lucio Zurlo, maestro storico della vicina Vesuviana. Tra gli ex-allievi presenti Limatola , Gaudiano, e poi Mario Collina, Rosario Senatore, Ciro Seta, Fiore Calce, Antonio Bisogno. Molti altri, fuori sede, sono stati sorpresi in località di vacanza, dall’improvvisa notizia e non hanno fatto in tempo a rientrare. Ma lo sport salernitano e la boxe in particolare, non dimenticheranno la figura di questo maestro che per oltre mezzo secolo ha acceso ed alimentato con successo la cultura della nobile arte.

di Adriano Cisternino

 

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